Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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18 maggio 2019

Saluto all’iniziativa Piombino sul Reddito di Cittadinanza



Cari compagni,

ringraziamo Fabio Gambone per averci invitato ad intervenire all’iniziativa di oggi. Andiamo dritti al punto: la distruzione dell’apparato produttivo del nostro paese, la morte lenta delle aziende, il loro smembramento, la loro delocalizzazione, ecc. possono essere bloccati. La lotta per un lavoro utile e dignitoso per tutti, non solo è necessaria ma può essere vinta. Il Reddito di Cittadinanza può essere trasformato da ammortizzatore sociale a strumento per rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione di disoccupati, precari e cassaintegrati, per costringere il governo M5S-Lega ad estendere i criteri di erogazione del Reddito di Cittadinanza (la lotta di Mimmo Mignano e degli altri licenziati della FCA di Pomigliano è un esempio da seguire!), per imporre alle Autorità locali l’impiego in lavori di pubblica utilità di coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza (le Autorità locali possono fare molte cose, come mostra l’esempio di Mimmo Lucano!) e per imporre la loro assunzione a tempo indeterminato e con uno stipendio alle condizioni sancite nei contratti collettivi del settore.

Per farlo un aspetto è decisivo: bisogna mettersi nell’ottica di condurre una vera e propria “guerra di posizione” e costruire collettivi di lavoratori, di cassaintegrati o di disoccupati decisi a tutto per vincere e che si pongono come centro di organizzazione e mobilitazione degli altri lavoratori, cassaintegrati o disoccupati. Navigare a vista, improvvisare e muoversi sulla spinta degli eventi oppure delegare ad altri la soluzione del problema (affidandosi al politicante di turno o dando “carta bianca” al sindacato) porta alla sconfitta.

Bisogna costruire collettivi di lavoratori, di cassintegrati o di disoccupati che prendono in mano la direzione della lotta, che ragionano e agiscono come un vero e proprio “Stato Maggiore” nel condurre la lotta: analizzano la situazione, studiano le mosse della controparte, le contrastano e le ribaltano contro di essa, imparano via via ad anticipare le sue mosse e a dettare loro il “ritmo delle danze”, scegliendo loro il terreno di lotta, mettendo loro in atto un susseguirsi di operazioni e mosse diversificate, articolate e incalzanti che via via ribaltano i rapporti di forza, aggregano altre persone alla lotta, fanno aumentare la fiducia nella vittoria della battaglia, estendono il campo delle alleanze, incalzano la controparte e la mettono alle strette, la fanno contorcere, la inducono a fare passi falsi, la obbligano a indietreggiare dai suoi propositi e a ingoiare misure che non vorrebbe, come ad esempio per un padrone rinunciare alla chiusura dell’azienda, assumere nuovi lavoratori, migliorare le condizioni di lavoro, il rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salvaguardia dell’ambiente, ecc.

Agendo in questo modo, anche le manovre dei sindacati di regime, dei politici locali, del prete, della regione e del governo diventano ingredienti da sfruttare a vantaggio della lotta, giocando sulle contraddizioni tra le parti, i contrasti elettorali, i tentativi dei vertici sindacali di recuperare terreno e “isolare le teste calde”, ecc. mentre se non abbiamo un nostro piano di guerra finiamo per subire queste mosse.

L’esito della lotta dipende quindi da chi “detta le danze”.

La lotta specifica deve saldarsi, alimentare e attingere a sua volta sostegno e forza con quanto avviene nel territorio in cui si sviluppa, con la resistenza che le masse popolari oppongono contro il programma di lacrime e sangue della borghesia e dei suoi partiti: smantellamento sanità, scuola e trasporti pubblici, assenza di lavori di manutenzione delle infrastrutture, devastazione dell’ambiente, pignoramenti e sfratti, diffusione dell’emarginazione e del degrado a causa dell’assenza di un lavoro utile e dignitoso per tutti, ecc.

La brace cova ovunque sotto la cenere: le masse popolari ovunque cercano di far fronte a questa situazione, di resistere, di non essere travolte. In alcuni casi questa resistenza ha acquistato già forma organizzata (comitati, associazioni, sindacati, reti, ecc.) e in altre l’organizzazione ancora non prende forma solo perché manca chi si pone alla testa della sua promozione. Il nostro è un paese che resiste: altro che masse popolari pecorone! Anche l’esito delle elezioni del 4 marzo 2018 lo ha confermato: le masse popolari non hanno più alcuna fiducia nei partiti che per quarant’anni hanno governato il nostro paese (il Partito Democratico e il Partito di Berlusconi) attuando lo stesso programma, il programma di lacrime e sangue della borghesia imperialista.

Quanto sta avvenendo a Piombino, l’opera del Coordinamento Art. 1 - Camping CIG, è un’esperienza d’avanguardia, da far conoscere e da emulare. Il progetto per svolgere Lavori di Pubblica Necessità che servono per la collettività, sotto controllo operaio e popolare, è un esempio di cosa significa avere in mano l’iniziativa, porsi nell’ottica di giocare d’attacco e di combinare la battaglia specifica con la lotta per il cambiamento del paese. Bisogna ora mobilitarsi e organizzarsi per dare seguito ai Lavori di Pubblica Necessità senza attendere le Autorità: organizzare scioperi al contrario per dimostrare che il lavoro da fare c’è e che le forze per farlo ci sono!

Per molti versi, il Coordinamento Art. 1 - Camping CIG sta svolgendo un’azione analoga a quella svolta, sul versante della lotta contro le grandi opere, dal Movimento NO TAV che oltre a contrastare le opere speculative sulla pelle delle masse popolari si pone nell’ottica di individuare le misure che servono e di mobilitarsi per la loro adozione. Sono questi gli esempi concreti di quello che indichiamo come le Nuove Autorità Pubbliche che devono prendere passo dopo passo, battaglia dopo battaglia in mano le redini del paese e che rappresenteranno (come i soviet in URSS) le fondamenta del Governo di Blocco Popolare e del futuro Stato socialista!



Osare lottare, osare vincere!



Per il CC del (n)PCI

Il compagno Ulisse